Il Building Information Modeling secondo l’Architetto Giuseppe Tortato

Progettazione parametrica attraverso la metodologia BIM secondo l’Architetto Giuseppe Tortato, Founder dello Studio Giuseppe Tortato Architetti. Ha da poco completato il progetto Arcadia Center in Via Grosio a Milano, nuovo Headquarter di Volkswagen Leasing GmbH e Volkswagen Bank. Un innovativo progetto sartoriale che coniuga Design e Sostenibilità per dare nuova vita a un immobile degli anni ’70. 

Il Building Information Modeling secondo l’Architetto Giuseppe Tortato

In che modo è avvenuto il suo avvicinamento al BIM?

 

Da sempre lo Studio ha sviluppato una progettazione di tipo tridimensionale parametrica approcciando il BIM per la prima volta nel 2007 per un intervento di ristrutturazione. Nel caso specifico abbiamo ritenuto troppo acerba e rigida la progettazione BIM, optando per un ritorno a quella tradizionale. Con il progetto Arcadia Center di Milano nel 2018 abbiamo potuto sviluppare per la prima volta una progettazione BIM integrata con tutte le discipline. Collaborando attivamente con la società Simplex che ha sede a Kuala Lumpur, Guangzhou e Milano, precisamente all’interno del mio studio. Simplex è una realtà consolidata, con 10 anni di esperienza nel Building Information Modeling in Asia, che ci ha consentito di progettare un modello BIM ben realizzato e strutturato.

Studio Giuseppe Tortato Architetti - BIMobject

Quali limiti si possono riscontrare utilizzando la metodologia BIM?

 

In Italia siamo strettamente legati alla rigenerazione di edifici già esistenti per i quali il BIM può rappresentare una difficoltà. Quando si parla di costruzioni ex-novo il BIM è perfetto per sua natura. Per quanto riguarda la riqualificazione, si presentano delle complessità legate ai rilievi e alle nuvole di punti. Per interpretare correttamente un rilievo è necessario avere esperienza, ma ad essere responsabili per il BIM sono generalmente giovani specializzati in materia.

 

Quando ha iniziato ad usare la piattaforma BIMobject? E perchè?

 

Come studio abbiamo iniziato ad utilizzare BIMobject durante un progetto di architettura degli interni in cui risultava molto importante l'integrazione tra gli arredi di Design proposti e l'uso degli spazi. Ciò ha permesso un’ottimizzazione degli stessi ed una maggiore flessibilità nell'uso degli ambienti.

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Studio Giuseppe Tortato Architetti - BIMobject

 

Quale vantaggio ha riscontrato dall'utilizzo di BIMobject?

 

Lo Studio Giuseppe Tortato Architetti è impegnato in attività molteplici che vanno dalla progettazione integrata di edifici residenziali con anche l’Interior Design, fino alla riqualificazione urbana e alla realizzazione di nuove costruzioni in diversi settori, tra cui quello ricettivo, terziario e residenziale.

Visti i differenti casi in cui ci imbattiamo ogni giorno è necessario adottare differenti metodologie che possano adattarsi alla situazione specifica e che vengano messe in campo dai collaboratori dello studio. Per i componenti del team di progetto, accedere ad una libreria molto vasta di oggetti BIM suddivisi sia per Brand che per categorie, è un notevole vantaggio. Il portale viene impiegato come un catalogo digitale multi-marca in cui poter scegliere l'elemento che meglio si adatti alle necessità progettuali.

I file messi a disposizione da BIMobject si presentano in una vasta gamma di formati, riuscendo così ad essere di supporto in tutte le fasi di progetto. Questo tipo di approccio ci ha permesso di costruire nuove sinergie e partnership, avendo una più ampia visibilità dei prodotti che vengono lanciati sul mercato abbiamo potuto entrare in contatto direttamente con le aziende produttrici degli oggetti da noi selezionati.

Studio Giuseppe Tortato Architetti - BIMobject

 

La progettazione su misura è uno dei limiti più importanti della metodologia BIM. Come riuscite a rispondere a questa problematica?

 

Dai tempi in cui ero Co-titolare di Milano Layout, pur attirando il sorriso di molti, ho sempre costruito i miei progetti a partire dal modello 3D. Nonostante non sia mai stato considerato dall’opinione pubblica uno strumento preciso, tra tutti i programmi di progettazione, ho sempre preferito Sketchup. A parer mio, è in grado di rendere i volumi con una semplicità eccezionale. Revit, è per natura un software rigido, adatto alla progettazione in serie, non si sposa con quella sartoriale che ci definisce come Studio. Per quanto riguarda il BIM, utilizziamo Rhino e Grasshopper, Revit è stato un passaggio strettamente legato ad una specifica richiesta da parte della committenza.

Il vero vantaggio del BIM consiste nel “boost finale”, la verifica delle interferenze è automatica.

 

Per progettare e costruire edifici dalle forme così complesse come l'Arcadia Center di Milano, quanto fate affidamento sulla metodologia BIM?

 

Con Arcadia Center abbiamo cercato di recuperare la dinamicità dell’impianto architettonico originale, offuscata nel corso degli anni dai successivi interventi, eliminando tutto ciò che non fosse strutturale. Trattandosi di un progetto di riqualificazione, il BIM è stato necessariamente integrato in una seconda fase. Abbiamo importato in Revit l’elemento strutturale dell’edificio, a partire da Grasshopper, come blocchi privi dell’informazione parametrica che è stata implementata di volta in volta.

 

Le aziende con cui collaborate in fase esecutiva utilizzano la metodologia BIM?

 

Quando lavoriamo in BIM abbiamo bisogno di una libreria, se l’azienda con cui vogliamo collaborare non dispone degli oggetti BIM, siamo obbligati a svilupparli personalmente o ad utilizzare temporaneamente quelli analoghi di un’azienda differente. Pertanto suggeriamo alle aziende di attivarsi, di sviluppare i propri prodotti in oggetti BIM, se non lo hanno ancora fatto, e renderli facilmente reperibili.

 

Com'è cambiato il suo modo di progettare durante la pandemia?

 

Durante il primo lockdown non era cambiato, stavamo fortunatamente attraversando un periodo di grandi esecutivi. Siamo sempre stati abituati a lavorare da remoto, io ad esempio lavoro di notte. Il limite più grande è evidente in fase di progettazione, risulta quasi impossibile creare sinergia tra i membri del team. É inutile ribadire quanto sia fondamentale sedersi intorno ad un tavolo e discutere. Sono dell’idea che attraverso un monitor non sia la stessa cosa, non vi è l’immediatezza di poter prendere un foglio e farci uno schizzo. La pandemia ci ha insegnato ad ottimizzare i tempi, ma la creatività è stata sicuramente limitata anche se a seguito dei primi mesi di lockdown siamo tornati in ufficio e abbiamo ripreso a creare.

La pandemia ci ha proiettati nella dimensione digitale come la nuova normalità. Leggi il nostro report per sapere come il settore AECO si è adeguato al cambiamento.

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In termini di sostenibilità quanto sta influendo la digitalizzazione nel settore Building? Cosa prevede per il futuro?

 

Nel lavoro di tutti i giorni il digitale continua ad accrescere la sua importanza e ad impattare sempre di più nell'attività lavorativa. Nell'utilizzo del digitale, ci stiamo spingendo in ambiti nuovi, sia per la crescita professionale dello Studio che per offrire al cliente una qualità del servizio sempre ai vertici del mercato. Ritengo che l'integrazione col digitale permetterà al cliente di vivere un'esperienza immersiva, ovunque si trovi, rendendo il progetto facilmente fruibile ed accessibile. L’obiettivo sarebbe quello di andare verso una realtà aumentata, una dimensione virtuale. Avere la possibilità di vivere gli spazi e percepire l’avanzamento del progetto. La capacità di poter modificare con le proprie mani il progetto anziché attraverso un computer.

 

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